Villa Fascinato

DSCF3231 ridUno degli edifici più belli, ma allo stesso tempo più enigmatici del territorio comunale di Terrazzo, è Villa Fascinato; un complesso imponente che per secoli ha nascosto al suo interno tanti segreti. Oggi il suo aspetto si avvicina molto ad un edificio in stile liberty tipico del periodo a cavallo tra fine ‘800 e inizio ‘900, ma questo luogo conserva caratteristiche molto antiche che lo fanno risalire al periodo scaligero. Dall’analisi di alcuni documenti e dalla presenza di alcune rocche fortificate in zona si può infatti supporre che Villa Fascinato facesse parte di un sistema difensivo allestito dagli scaligeri in una zona per loro di confine, molto “vicina” al poderoso castello di Castelbaldo e alla città fortificata di Montagnana.
Il complesso è documentato nel 1500 anche se, come detto, risulta presente in epoca più antica. Oggi ha al suo interno quattro torri, due disposte ai lati della facciata e due “torrine” situate nella parte posteriore. Ma mentre le prime due, visibili dalla strada e realizzate di recente sono riconducibili a due granai o fienili, quelle posteriori risultano di datazione molto più antica, vicine alle costruzioni scaligere. Questa viene ritenuta la parte più vecchia dell’intero complesso e la particolare lavorazione del cornicione, oltre alla struttura architettonica, potrebbero avvallare tale ipotesi. Inoltre, in un cortile interno, Villa Fascinato conserva un pozzo in marmo del 1400, del diametro di 1,5 metri circa, forse il pezzo più bello dell’intero complesso. La struttura originaria risale quindi, per il materiale giunto fino a noi, al 1400 anche se vari elementi retrodatano la sua costruzione in un altro centinaio di anni.terrazzo 24
Il pozzo interno è oggetto di una leggenda; si dice infatti che i delinquenti ed i briganti venissero processati e condannati in villa, quindi gettati dentro il pozzo dove trovavano una morte atroce trafitti da numerose spade situate nel fondo.
Osservando esternamente Villa Fascinato balzano agli occhi la sontuosità e l’eleganza dell’edificio. Maestosa la facciata arricchita dalle due torri laterali e da barchesse di servizio. Un oratorio dedicato a San Carlo Borromeo occupa la zona Est del complesso mentre un cortile interno, ricavato tra le mura della villa, conserva il pozzo quattrocentesco. L’area antistante la villa è occupata da un ampio parco con al centro una fontana. L’interno è invece caratterizzato da un grande salone nobile d’ingresso che corre da Nord a Sud lungo tutta la villa attorno al quale si diramano le varie stanze arredate a tema secondo il loro utilizzo. Tutte o quasi avevano un proprio camino spesso arricchito da decorazioni trovate a pezzi durante la recente sistemazione del giardino antistante. Grazie al lavoro di pulitura e sostituzione dell’intonaco, si è potuto constatare come la struttura originale fosse stata aggiunta solo in un secondo momento. E’ infatti a partire dal 1630 che si comincia a parlare di innalzare la villa. La scala di accesso al piano superiore è di stile ottocentesco ed è stata ricavata all’interno di una stanza. In precedenza era situata in uno dei due corridoi laterali. Oltre ad un ricco mobilio, la villa disponeva pure di una discreta pinacoteca e di raffinati soprammobili oggi andati perduti.
Tra i primi proprietari certi del complesso, troviamo la potente famiglia Nichesola che diede il proprio nome a un paese confinante e ad un fiume. Ad essi si sostituirono, verso la metà del 1600, i Bevilacqua – Lazise quindi la famiglia Fascinato il cui cognome troneggia ancora oggi sopra la facciata dell’edificio. Fu grazie alla signora Carlotta, divenutane proprietaria nel 1884, che si realizzarono il parco, l’oratorio dedicato a San Carlo Borromeo e la ristrutturazione interna. Verso la metà di questo secolo la villa passò ad Antonio Ferrigni quindi a don Bruno Toscan. Attualmente il proprietario è la famiglia Chiari di Legnago che ha provveduto a riportare Villa Fascinato all’antico splendore.
 

 CA’ NOGAROLA 

Ca Nogarola ridLungo Via Baldini Sinistra, prima di vedere all’orizzonte la chiesa parrocchiale, avvolto da un ampio ed esteso parco, si trova questo imponente complesso: Ca’ Nogarola, oggi scuola materna parrocchiale.
Di esso colpiscono le due logge sovrapposte a pilastri bugnati che documentano la nobiltà di una dimora tra le più belle del territorio. E’ possibile che già agli inizi del 1400 su quest’area si trovasse una casa di discrete dimensioni; infatti dell’esistenza di possedimenti della famiglia Nogarola nel comune di Terrazzo, si hanno notizie già nel 1407 anche se nessun documento né mappa alcuna attestano la presenza di un’abitazione su questi terreni.
Di una casa e dei beni che facevano parte di questa proprietà, si hanno documenti certi però dal 1633 quando la casa era di proprietà di Galeoto Nogarola che tra Terrazzo e Nichesola aveva ben 500 campi. Successivamente case e proprietà passarono da Galeoto al figlio Ferdinando che, nel 1682, le affittò. Questa operazione, che fu trascritta come affitto di una “casa da patron con corte, orto e broletto”, documenta come il complesso edilizio fosse di discrete dimensioni, riservato solo ad una famiglia ricca o benestante. Di altri passaggi di proprietà poco o nulla sappiamo se non di un presunto acquisto di villa e terreno, riportata dal Viviani, da parte dei Da Monte nel XVI secolo.
Da molti anni Ca’ Nogarola ospita l’asilo parrocchiale e, anche se internamente la struttura ha subito numerosi interventi, ancora oggi conserva la struttura della tipica villa veneta con due piani e un sottotetto. Il primo, disposto a pian terreno, caratterizzato da un grande salone d’ingresso impreziosito da una loggia con pilastri in bugnato da cui si dipartono le varie stanze, e un piano superiore con ampia loggia sovrapposta. Il terzo ed ultimo piano, riservato a deposito o granaio, in epoche passate ha pure ospitato, anche se per un breve periodo di tempo, le classi medie in attesa della costruzione del nuovo edificio scolastico.
La parte anteriore della villa è occupata da un grande parco ancora oggi ben visibile dalla strada con all’interno piante di alto fusto e da un parco giochi riservato ai bambini. Nel salone d’ingresso della villa una lapide ricorda la figura di don Antonio Parezzan il parroco che  maggiormente si adoperò per il funzionamento di questa scuola.
 

VILLA ADELE – BRIZZI ORA SEDE MUNICIPALE   

Municipio ridL’edificio, di origini seicentesche, è l’antica residenza dei conti Brizzi detti Montebelli che a Terrazzo risultavano essere proprietari di estesi possedimenti. La villa, ora edificio comunale, era la sede economico-amministrativa da cui i nobili controllavano i tanti interessi sparsi nel comune. Davanti ad essa, si apre uno splendido parco con piante secolari e caratteristici vialetti all’intero del quale una parte era riservata all’equitazione.
Fino a pochi decenni fa Villa Brizzi era circondata da un’alta siepe che delimitava il parco al cui interno si trovava pure una ghiacciaia esistita fino alla metà del 1900. Di fronte al parco, dove i membri della famiglia potevano tranquillamente andare a cavallo, il fiume Terrazzo con un ponte attraverso il quale si poteva comodamente arrivare alla parrocchiale; sulle rive del fiume si trovava un piccolo “imbarcadero” dove attraccavano le chiatte che transitavano lungo il fiume. La Seicentesca Villa conserva al suo interno preziose sale un tempo con soffitti  a cassettoni in legno dipinti o affrescati con motivi floreali. Apparteneva alla famiglia Brizzi originaria di Montebello Vicentino ed era circondata da un parco con casa dei fattori e della servitù, stalle, ghiacciaia e barchesse ampie e capaci di contenere molti attrezzi e una notevole quantità di prodotti. Nel 1921 la villa venne acquistata dal comune di Terrazzo dai conti Pelà di Padova che ne erano divenuti proprietari e, nel 1970, si provvide al una completa e totale ristrutturazione che riportò all’antico splendore la sontuosa villa. Oltre ad un bel portale d’ingresso, la nobile dimora è caratterizzata da un balcone centrale mentre alcuni fregi ed apparati lapidei sovrastano la facciata. Fino agli anni ’70 a fianco della villa si trovava una casa riservata alla servitù con soffitti abbelliti da disegni geometrici e floreali. Il parco, da sempre ben mantenuto e diventato “parco pubblico” dopo l’acquisto, ospita panchine, viali alberati, un’area giochi, il monumento ai caduti e le scuole elementari da qualche anno però chiuse dopo per la creazione del Polo Scolastico Unico presso le scuole medie di via Brazzetto. Ora il comune, dopo il restauro del 1970 che ha ridato splendore e bellezza alle stanze interne, ha provveduto alla totale sistemazione della facciata e del piazzale antistante che, con gli interventi legati al grande parco, hanno ridato bellezza, luce e colore all’intero complesso edilizio.
 

VILLA CUCINA-FERRI

cucina ferri ridNelle immediate vicinanze del fiume che ha dato il nome al paese, si trova la residenza dei conti Cucina Ferri. Un edificio fino a qualche anno fa immerso nel verde con attracco privato e con un ponte in cotto che attraversava il canale Terrazzo, sotto l’imbocco del quale scorreva un cunicolo segreto ancor oggi ben visibile, che la leggenda dice essere stato collegato alla torre medioevale situata ad alcune centinaia di metri di distanza.
La casa, di proprietà della famiglia patrizia dei Cucina, si stabilì a Terrazzo tra il Quattro e Cinquecento. La ricchezza in paese di questi nobili si poteva verificare dagli estesi possedimenti che avevano nel territorio. Nel 1598 i fratelli Cucina potevano contare su 800 campi mentre un’altra importante vendita a loro favore, venne eseguita nel 1610. Impegnati ad ottimizzare la propria attività economica, più volte i signori chiesero venissero realizzati o effettuarono loro direttamente, lavori lungo il fiume Terrazzo; altre volte ne sollecitarono la sistemazione come nel caso della contessa Anna Maria Cucina nel 1793. Il palazzo, situato a ridosso del fiume, si sviluppa su tre piani con un portale d’accesso e un balconcino nella facciata in ferro battuto, che dà sul Terrazzo. La casa, di sicura origine cinquecentesca, dovette subire varie traversie non ultima un’inondazione delle acque avvenuta nel 1748 allorquando la piena entrò da porte e finestre tanto da allagare la “caneva” coprendo le botti per quasi due terzi.
Ancora oggi sul tetto di Villa Cucina Ferri, svetta al centro un piccolo campanile con uno spazio riservato alla campanella utilizzata in passato dai proprietari per chiamare a raccolta i contadini mentre la villa, vista dal lato meridionale, è caratterizzata da un bel portale con una particolare caratteristica quale tre finestre al piano superiore e tre attigue alla porta d’accesso tutte molto ravvicinate. Si può presumere che l’apertura posta al piano nobile, proprio sopra il portale d’ingresso, potesse un tempo ospitare un balconcino oggi scomparso. L’ultimo piano è invece impreziosito da due finestrelle in stile veneziano che permettono un’ampia veduta dell’estesa campagna veronese. Da tempo la villa è abbandonata e le stanze al suo interno hanno perduto il fascino di un tempo quando erano abitate dai nobili padroni i quali, allo scoccare del mezzogiorno, ordinavano ai propri domestici di suonare la campanella per comunicare l’ora del pranzo ai numerosi lavoratori disseminati nelle estese proprietà.
 

CORTE BALDISSEROTTO

corte baldisserotto ridChiamata nei catasti napoleonico ed austriaco “Corte Chiesa”, questa estesa proprietà è molto più comunemente conosciuta come Corte Baldisserotto. Di origine molto antica, è posta nella frazione di Nichesola ed situata ad ovest lungo la strada comunale Torano. Di essa si parla in più occasioni nel voluminoso carteggio legato alla più bella e signorile dimora situata poco lontano cioè villa Fascinato. E’ quindi molto probabile che le due abitazioni fossero un tempo strettamente collegate anche perché la strada costruita proprio di fronte al cancello d’ingresso di villa Fascinato e che attraversa il fiume Terrazzo, ha un percorso rettilineo che costeggia villa Baldisserotto e che conduce direttamente prima al fiume Adige, poi al centro abitato di Nichesola. Se si considera poi che questa località viene nei vari catasti chiamata come il nome di via Chiesa, si comprende come quest’area fosse in passato un centro nevralgico di un’estesa proprietà che solo in un secondo momento si trasferì dove oggi si trova il centro della frazione. Possiamo così presumente che la villa fosse in passato di proprietà della famiglia Nichesola e che, dopo varie traversie, sia passata di mano fino a giungere agli attuali proprietari. Oggi Corte Chiesa o Corte Baldisserotto, appare come un’imponente Secientesca o Settecentesca casa di campagna dove, accanto all’edificio principale destinato a residenza, troviamo delle abitazioni accorpate tra loro con una volumetria complessiva che supera di gran lunga i 10 mila metri quadrati.
Lo stato di conservazione della corte è buono e nonostante alcuni inserimenti in epoche diverse, la struttura non è stata di molto modificata nella tipologia originaria. I corpo centrale ha come caratteristica le cornici in marcapiano e un bel portale d’ingresso con arco a tutto sesto in mattoni con sei aperture laterali distribuite in maniera simmetrica e con due di esse più ravvicinate rispetto alle altre. Il piano nobile è impreziosito da un balconcino balaustrato oggi ridotto ad una ringhiera in ferro ma che, dalla particolare disposizione, fa presumere che un tempo potesse essere anche più largo e composto magari da un’artistica trifora ora chiusa e sostituita da due finestre rettangolari. L’ultimo piano è il sottotetto, utilizzato come granaio o deposito delle scorte alimentari al centro del quale fa bella mostra di sé un artistico abbaino. Interessanti i due complessi edilizi laterali più bassi e meno imponenti della parte centrale che danno l’idea della maestosità della corte racchiusa sia ad est che ad ovest da barchesse ed altri edifici di pertinenza. 
 

Corte Bottagisio-Nani Mocenigo quindi Graziani-Pesarin – XV secolo

corte Bottacisio ridCorte Bottagisio Nani Mocenigo e un’antica residenza con torre colombara situata ai confini tra Terrazzo e Merlara. E’ rappresentata anche sul gonfalone comunale che riproduce proprio la torre racchiusa e difesa da un’alta cinta muraria. Dall’alto della torre è possibile vedere il confine veronese ma, soprattutto, l’Adige. L’estesa proprietà rappresenta un complesso di grandi dimensioni con villa, rustici, aia e barchesse, racchiuso da un muro in cotto, alto circa tre metri. E’ ormai comprovato come Villa Bottagisio Nani-Mocenigo quindi Graziani- Pesarin, sia da ritenersi tra gli edifici antichi ancora oggi ben visibili dove, accanto al palazzo quattrocentesco, spicca un’alta torre del 1100.
La torre di corte Bottagisio, è legata ad un fatto storico di grande rilievo. Il territorio di Terrazzo infatti, agli inizi del 1100, si trovava in una zona di confine ed era anche il limite estremo ad est del bosco di Porto. Verso la metà del 1200 questa fortificazione dovette subire un violento e poderoso attacco da parte delle armate di Ezzelino comandate da Ruberto de’ Pii, Modenese e podestà di Verona, il quale doveva distruggere le fortezze di Legnago, Porto e Terrazzo. Era il 1234 e il comandante, non essendo riuscito ad espugnare né Legnago né Porto, per vendicarsi cercò di spianare il forte di Terrazzo. L’azione non riuscì grazie alla valorosa quanto strenua difesa di Gracco da Verona (detto Greco Veronese) che, con i suoi soldati, riuscì a difendere la torre. Il comandante degli assalitori, abbandonato pure dai suoi soldati, dovette tornarsene a Verona. Furono per fortuna solo questi gli avvenimenti più importanti subiti dal “Torazo” che, nei secoli successivi, divenne prevalentemente luogo di avvistamento e di guardia a ridosso dei confini con gli stati vicini. La struttura ha mantenuto l’originaria distribuzione volumetrica con tre stili architettonici che la caratterizzano: quello originario della torre; quello del quattrocentesco palazzo con loggiato a volta di botte, e quello più recente della barchessa costruita, con molta probabilità, su di un edificio preesistente. La casa padronale, maestosa e possente, ha al suo interno ampie sale utilizzate sia per le normali attività domestiche, sia per trasformarsi, in caso di bisogno, in roccaforte difficilmente espugnabile.
L’imponente palazzo, di sicuro antecedente al 1600 e con molta probabilità di origini quattrocentesche, rimase per secoli appannaggio di ricche famiglie del patriziato veneto come i Barbarigo e i Nani Mocenigo. Da un’analisi della proprietà, si denota il connubio tra la villa e il corso d’acqua che delimita l’intero complesso e che, attraverso un ponte privato attorniato da alcune piante secolari, permette di attraversare il fiume Terrazzo per imboccare la strada provinciale che collega il paese di Terrazzo con quello di Merlara.
La maestosa torre alta circa 40 metri e attorniata da una cinta muraria di 3 metri d’altezza è abbellita da alcune decorazioni nella parte superiore e termina con alcune merlature chiuse in un periodo successivo da un tetto in cotto.
 

Villa Degani-Ghezzo XVII secolo

de gani ghezzo ridLa struttura della casa è tipica delle ville venete del Seicento, epoca alla quale appartiene la costruzione di questo edificio. La facciata è arricchita da preziose lavorazioni, tra le quali un balcone in ferro battuto e al secondo piano, una finestra ad arco sovrastata da un timpano che sorregge tre pinnacoli. All’interno la villa conserva una parte degli affreschi che un tempo la abbellivano. Attualmente al suo interno sono conservati molti oggetti preziosi ed una valorosa pinacoteca.

 

 

Villa Tomelleri-Degani – XVII secolo

DSCF2498 ridLa villa, che rispecchia le caratteristica della dimora veneta, è arricchita di preziose lavorazioni. Oltre ai portali in tufo e ai balconcini, all’interno sono presenti dei veri e propri capolavori. Il soffitto del salone centrale al piano terra è composto da dei bei decorati cassettoni, mentre la scala in tufo che conduce al piano superiore, quello nobile, presenta un soffitto anch’esso dipinto. Arrivati nel salone centrale superiore, si possono ammirare una moltitudine di affreschi in stile Liberty mentre nei quatto angoli sono presenti altrettanti medaglioni raffiguranti persone storiche molto importanti, Giuseppe Verdi, Cristoforo Colombo, Dante Alighieri e l’antico proprietario della villa il signor Tomelleri. In una delle stanze al piano nobile è presente un bel camino, lavorato in pietra di Verona, seicentesco. Nel secondo piano era presente il granaio.

Villa Venturi-Carrazzato – XVII secolo

villa venturi ridL’edificio è di nobile origine. Lo confermano gli stemmi di due casati impressi sulle colonne laterali del cancello d’ingresso. La facciata della villa è ricca di raffinate lavorazioni, come l’arco del portone d’entrata o le finiture del balconcino. La struttura della casa è quella delle villa veneta seicentesca, formata dal salone centrale dal quale si accede alle stanze laterali sia al piano terra che a quello nobile. Il secondo piano ospita il granaio. Un tempo la villa possedeva nella parte antistante ad essa, uno splendido giardino che terminava a ridosso del fiume Terrazzo, mentre dietro vi erano annessi alcuni fabbricati, tra cui una barchessa ancora oggi visibile.