
Pro Loco di Bonavigo
Sede: Via Trieste – Bonavigo
Tel: 3351766520
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Email PEC: prolocobonavigo@pec.it
Facebook: fb.com/ProLocoBonavigo
Cariche direttive
Presidente: Meggiolaro M.Teresa
Vice Presidente: Donato Graziano
GEOGRAFIA
Bonavigo dista circa 35 chilometri da Verona, in sinistra Adige e rispetto alla città si trova a Sud-Est. La sua superficie è di 17.79 Kmq e ha come frazioni Orti e Pilastro. Il suo territorio, specialmente nel medioevo, ha avuto più modificazioni causate dalle inondazioni e le modifiche del corso dell’Adige. A Bonavigo, alimentato da grandi idrovore, nasce il “Terrazzo” fiume minore, che ha lo scopo di fornire acqua per le coltivazioni presenti sul territorio. Confina con i comuni di Roverchiara, Albaredo d’Adige, Veronella, Minerbe e Legnago.
ETIMOLOGIA
Di probabile origine romana, il borgo viene citato in documenti del 953 e del 1041 con il nome di derivazione longobarda Vicus Bonadi Cus, in riferimento al luogo di ramificazione dell’Adige, il cui braccio minore detto ‘Fossa Chirola’ è responsabile della disastrosa alluvione conosciuta col nome di “Rotta della Cucca”. Il nome del paese è ancora oggi incerto e c’è chi lo fa derivare dal longobardo Botanucu Boto.
STORIA
Le origini del paese sono molto antiche ed esistono documenti già nell’887 che attestano come questa zona fosse abitata. Inoltre tombe e lapidi ritrovate sul territorio confermano la precedente esistenza di un antico insediamento romano. Le invasioni barbariche e le disastrosi alluvioni dell’Adige, frequentissime nell’Alto Medioevo, sconvolsero per secoli la vita delle popolazioni rurali di tutta la zona. Solo dopo il definitivo assetto del corso del fiume, deviato ed incanalato dai frati Benedettini, e la fine delle scorrerie degli Ungari, il territorio assume l’attuale fisionomia. Essendo parte dell’Impero romano-germanico, anche Bonavigo diviene oggetto di concessioni fatte da vari imperatori a vescovi, monasteri e vassalli. Intorno all’anno Mille sorgono due castelli nella attuale piazza del paese e in località Ciusara viene eretta la pieve camaldolese di San Michele di Murano. Nel 1145 papa Eugenio III attribuisce a “Curtem Bonadigui”, corte Bonavigo, il diritto di erigere chiesa ed esigere decime ecclesiastiche. Vicariato indipendente al tempo degli Scaligeri, il paese è conquistato da Ezzelino da Romano, poi fa parte della vicaria Angiari sotto la Serenissima Repubblica di Venezia, rimanendo ai margini delle vicende storiche dei centri limitrofi. Per attraversare il fiume Adige viene costruito nel 1894 un ponte metallico che congiunge Bonavigo con Roverchiaretta, diventando obiettivo militare durante la Seconda Guerra Mondiale. Distrutto come tutti gli edifici che sorgevano presso l’argine del fiume, viene ricostruito in cemento armato a cinque arcate nel 1961 togliendo il paese da un disagevole isolamento. La nuova parrocchiale che è andata a sostituire l’antica chiesa distrutta durante quei bombardamenti viene inaugurata nel 1956.
ARTE
Sorge in località Ciusara la chiesa di Santa Maria. Dell’originaria struttura risalente intorno al Mille, opera dei Camaldolesi di San Michele di Murano, restano le absidi laterali, con affreschi bizantini e decorazioni realizzate nel corso del 1100, fra cui una figura del Cristo senza barba. Spogliata di numerose opere d’arte dai soldati al seguito di Napoleone, conserva tuttora un trittico del 1476, firmato da un certo Bernardo o Leonardo da Verona dedicato alla “Vergine in trono, San Giovanni Battista e un vescovo”; ora sostituito da una copia. Villa Brenzoni sorge sull’antica struttura di un castello fortificato, risalente all’epoca della dominazione di Ezzelino da Romano e collegato con passaggio sotterraneo a Villa Morando de Rizzoni, ora demolita. Il più piccolo santuario del veronese, la trecentesca chiesetta di San Tomaso, sorge isolato e quasi aggrappato all’argine sinistro dell’Adige, con la facciata che ne guarda il greto. Al suo interno c’è una splendida pala raffigurante la “Beata Vergine con Bambino” e diverse antiche tavolette votive quali “ex voto” per grazie ricevute. La parrocchiale di Bonavigo conserva, invece, una “Natività di San Giovanni Battista” attribuita a Francesco Montemezzano e una “Madonna del Rosario” di autore ignoto. L’edificio, cinquecentesco, in stile classico di Villa Bernardina sorge in contrada Bernardine, con poggiolo arricchito in epoca successiva da ornamenti barocchi in ferro battuto.
In contrada Pilastro, si erge il complesso tardorinascimentale a quattro piani di Villa Buri, cui si accede attraverso un portale barocco. In riva all’Adige, nella zona denominata Bosco, si trova un capitello del ‘500 con l’immagine della “Madonna delle Grazie”. In frazione Orti, interessante la pala datata 1575, firmata “Surdis Opus” e collocata sopra l’altare maggiore della parrocchiale di Sant’Andrea, interamente rifatta in stile neo romanico. Infine sempre in località Orti c’è Villa Fantoni, un altro storico palazzo, che dal 1685 fino all’inizio dell’800 fu di proprietà del Monastero di Santa Caterina di Venezia.
ECONOMIA
Si basa su una economia prevalentemente rurale e agricola. Importante l’attività sotto serra dove, protetti, crescono fragole, meloni e ortaggi. Permangono le colture di mele, pere, mais, girasole, soia e frumento. Sono presenti, inoltre, allevamenti di bovini e polli. Da tempo a Bonavigo, grazie al dinamismo imprenditoriale, sono sorte diverse realtà industriali e artigianali che hanno dato un ulteriore impulso all’economia locale.
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