Villa Bartolomea e il “Fagiolo Gnoco Borlotto”

fagiolo ridIl comune di Villa Bartolomea, con Spinimbecco e Carpi, ha buona parte del suo territorio compreso nelle Valli Grandi Veronesi. Questa ampia superficie di terreno, in gran parte coltivabile, pari a circa 5.000 ettari, ha fin dai tempi antichi fornito alla popolazione del luogo sostentamento e possibilità di sviluppo. La presenza del fiume Adige inoltre ha notevolmente contribuito a rendere queste terre molto fertili.
La necessità di valorizzare le coltivazioni agricole che hanno fatto la storia del comune, ha spinto un gruppo di produttori agricoli residenti nelle frazioni di Spinimbecco e Carpi, in collaborazione con l’amministrazione comunale, a mettere in atto una serie di iniziative per rivalutare il “Fagiolo Gnoco Borlotto” di Villa Bartolomea che dal 2006 è presente nell’elenco dei prodotti tradizionali della Regione Veneto.
Da alcuni anni nelle frazioni, in occasioni dei festeggiamenti dedicati ai Santi Patroni, si organizzano degli spazi con stand gastronomici nei quali è possibile degustare pietanze a base di fagiolo, ma anche mostre mercato di prodotti agricoli con vendita di fagioli, mostre fotografiche, gare di moto aratura e manifestazioni varie in piazza.
La coltivazione del Fagiolo iniziò nella frazione di Spinimbecco e, nell’ultimo secolo questo prodotto ha rappresentato per la frazione un ottimo rendimento economico. Testimonianze asseriscono che il “Fagiolo Gnoco” era coltivato già prima degli anni ’30. La coltivazione era su superfici ridotte ed era a livello famigliare. Da segnalare anche la vendita, che veniva effettuata al mercato di Legnago. I produttori di quel tempo vendevano il legume anche a porta a porta, caricando le ceste di verdura su carretti trainati da cavalli, e fermandosi a vendere il prodotto strada facendo, a famiglie di Villa Bartolomea e Vigo. Dopo la pausa della Seconda Guerra Mondiale, le attività economiche ebbero uno sviluppo eccezionale. Villa Bartolomea, che aveva un’economia prevalentemente agricola, trovò nel Fagiolo motivo di sviluppo e guadagno. Le superfici aumentarono notevolmente per arrivare intorno agli anni ’60 a delle produzioni straordinarie sia per qualità sia per quantità. Negli anni ’50 inoltre, alcuni agricoltori-produttori di fagioli si misero insieme e conferirono il prodotto in alcuni centri del paese; il più importante per quantità è stato il centro detto “da Belan”. Era senza dubbio una delle attività più redditizie, tanto che le cronache del tempo di alcuni giornali e le testimonianze di operatori del settore ci confermano che le quantità di prodotto raccolte a fine anni ’50 erano oltre 25.000.
Gli agricoltori dell’epoca ricordano ancora la vitalità che caratterizzava le vie del paese nei momenti di raccolta, si lavorava fino ad ora tarda e spesso oltre la mezzanotte. Sempre in quegli anni sorsero altri centri di raccolta presso privati ed è all’inizio degli anni ’60 che nasce la Cooperativa CRAS (Cooperativa Rinascita Agricola Spinimbecco), unica struttura agricola ufficialmente costituita del tempo. In quel periodo anche a Villa Bartolomea sorse la Cooperativa ACLI, con il suo centro raccolta.
Va ricordato inoltre che, a giocare un ruolo importante nella promozione del fagiolo, furono le “Mostre Settembrine” di Villa Bartolomea che fecero conoscere il Fagiolo Gnoco su larga scala, facendolo diventare un prodotto pregiato e molto richiesto.
Il Fagiolo Gnoco viene coltivato da oltre un secolo nel comune di Villa Bartolomea ed ha avuto tra il 1950 e il 1980 un grande sviluppo sia come superfici investite sia come quantità di prodotto commercializzato. Negli ultimi anni la mancanza di manodopera e i bassi prezzi di vendita hanno drasticamente ridotto le superfici a Fagiolo Gnoco a favore di seminativi e di altre colture ortofrutticole presenti nel territorio quali cavoli, radicchio, fagiolini, mele, pere, pesche, kiwi, etc.
Oggi il Fagiolo Gnoco è coltivato su piccole superfici (qualche ettaro), con una produzione di circa un centinaio di quintali.
 

L’aspetto estetico e le caratteristiche del prodotto

Il fagiolo “Gnoco”, ha un baccello color rosso carnato e il grano era leggermente lungo, simile ad un gnocco, di colore rosso screziato su fondo biancastro. Ciascun baccello contiene 6 o 7 grani circa. È apprezzato per la sua bontà e per la consistenza “stagna” della polpa. La pianta del tipo rampicante, a seconda del terreno, si presentava più o meno vigorosa, è molto produttiva, sana, resistente alle malattie, con baccelli concentrati nella sua parte basale.
I fagioli contengono una quantità notevole di proprietà nutritive e costituiscono soprattutto da secchi, un’insostituibile riserva alimentare, specialmente nella stagione invernale. Ad assicurare benessere sarebbe non solo la polpa, ma anche la buccia. Nella polpa, si nasconde un autentico tesoro di antiossidanti, nella buccia sono contenuti parecchi elementi nutritivi, vitamine e Sali minerali. Il fagiolo intero inoltre, ha un prezioso bagaglio di fibre e sostanze capaci di ripulire l’intestino ed il suo consumo è indispensabile per prevenire disturbi circolatori e rallentare l’invecchiamento dei tessuti. Per questa serie di motivi è opportuno riprendere il consumo di questo alimento ricordandoci che il fagiolo è sempre stato la carne dei poveri e che i suoi effetti benefici erano noti anche ai nostri antenati.