CASTELLO DI SANGUINETTO

Castello2Situato nel cuore del paese, la notevole mole del castello di Sanguinetto richiama i fasti e le memorie di avvenimenti storici che dal Medioevo lo vedono protagonista fino al XIX secolo. I primi riferimenti legati al maniero risalgono al 1200 quando si iniziò a costruire l’edificio su di un piccolo altipiano prosciugato dalle acque su ordine del re Autari. Il poderoso castello fu eretto comunque per volere degli Scaligeri nel XIV secolo e donato al luogotenente Jacopo dal Verme, che lo passò al figlio Alvise, il quale nel 1416, ricevette da Sigismondo il titolo comitale. Il titolo fu confermato dal Senato della Repubblica di Venezia nel 1430. Nel 1452 il Castello venne confiscato ai discendenti Dal Verme accusati di tradimento e ceduto al Capitano della Serenissima, Gentile Della Lionessa. Alla sua morte gli succedettero le tre figlie: Nilla, Tirsa e Battistina sposate rispettivamente a Francesco Lion di Padova, Alessandro Venier di Venezia e Leonardo Martinengo di Brescia. In conseguenza di ciò il Castello fu frazionato in “carati” e trasmesso ai discendenti. Nei secoli seguenti il monumento conobbe le più svariate vicissitudini.
Attualmente il Castello è per la gran parte di proprietà Comunale. L’antico mastio è invece ancora privato. Al suo interno, nel bellissimo salone d’accesso, è presente un grandioso camino in stucco del XVII secolo, con arabeschi, zampe leonine e zampilli d’acqua. Al di sopra lo sguardo protettore del leone di San Marco e di Erasmo Da Nardi, detto il Gattamelata.
La parte pubblica offre alcune cose veramente interessanti con affreschi che richiamano figure mitologiche e motivi floreali mentre una finta tappezzeria a fresco, completa l’apparato decorativo di questa stanza. Altre sono le camere decorate in periodi comunque successivi e con un soffitto in legno a cassettoni dipinti, di rara bellezza. In una stanzina attigua all’ufficio del sindaco, vi è poi un interessante affresco del 1500.
Il castello è costituito da un imponente complesso a pianta quadrata di circa 55 metri di lato ed è giunto fino a noi nello stato attuale di configurazione perimetrale dagli ultimi anni della dominazione scaligera. In origine esso era costituito da un gran cortile difeso da mura merlate con accesso al centro del lato ovest del quadrato. Le mura erano a loro volta protette da un fossato tuttora esistente, alimentato dalle acque che provenivano dal Tregnon e si scaricavano poi nella fossa Sanuda. Quattro torri angolari ed altre quattro intermedie ancora oggi esistenti, testimoniano l’importanza del manufatto che è impreziosito anche da una torre d’ingresso ed una casa-torre merlata, contemporanea dalla costruzione del castello e da qualificarsi quindi come torre delle milizie. La torre posta sull’angolo Sud-Ovest ha invece caratteristiche diverse dalle altre che erano in origine scudate, ossia aperte all’interno ed era una torre vera e propria con una pianta più larga delle altre e forse destinata ad essere un mastio. Il castello fu donato nel 1376 a Iacopo Dal Verme da Antonio e Bartolomeo Della Scala e fu proprio questa famiglia che provvide ad eseguire vari lavori, soprattutto dopo la caduta della signoria scaligera, mutando il castello da edificio militare a residenza signorile. E’ quindi databile agli inizi del 1400 la prima trasformazione con loggia retta da colonne marmoree posta di fronte all’ingresso principale. Oltre alla loggia, al pian terreno sono visibili dei locali voltati a crociera mentre, al piano superiore, si può ammirare una gran sala con belle finestre adornate da formelle in cotto, rivolte tanto all’interno come sull’esterno del castello. Sulla torre sono visibili tre stemmi gentilizi, oltre alle feritoie, testimonianza della presenza di un ponte levatoio. Sulla destra si colloca il passaggio pedonale. Tra il portale a tutto sesto del ponte e la porta per i passaggi ordinari è presente la “bocca di leone” per le denunce segrete. Il cortile è costituito da un bel porticato quattrocentesco, sorretto da colonne che recano lo stemma dei Dal Verme. Attorno alle finestre archiacute, un bellissimo fregio a tribole su peducci al di sopra del quale si nota un motivo floreale a garofani.Foto Sanguinetto 14
Nel corso dei secoli all’edificio originario venne aggiunto, nella prima metà del secolo XV, un altro manufatto che adesso ospita la sede municipale e al quale si accede da una scala a doppia rampa. Nel giro di quattro secoli il castello venne diviso in tante proprietà, ciascuna con le personali esigenze abitative. Persa la funzione di castello, non trovandosi più in una posizione strategica, la costruzione divenne residenza prima dei vari discendenti di Gentile Da Leonessa (Avogadro, Banda, Lion, Martinengo, Venier, Malaspina, Aleardi, Benaglio, Della Torre, Cappello, Medin) e poi di altri. Alla fine dell’Ottocento il castello era ancora diviso fra numerosi proprietari. Successivamente Comune di Sanguinetto riuscì via via ad entrare in possesso di quasi tutto il complesso. Dalla sua erezione ad oggi il castello ha trascorso una vita difficile e travagliata ed oggi buona parte dell’edificio è sede municipale. Nel 1962 purtroppo, un furioso incendio ha causato gravissimi danni distruggendo buona parte degli interni.

 

VILLA BETTI-CONTRO

ridUno degli edifici di maggior prestigio del territorio comunale di Sanguinetto è senza dubbio Villa Betti-Contro ora Polazzo. E’ un edificio con struttura seicentesca che in passato ha vissuto alcuni dei momenti più significativi della storia d’Italia ospitando tra le proprie stanze, sia Francesco Giuseppe che Giuseppe Garibaldi.
Costruita nel cuore pulsante di Sanguinetto, si trova a poca distanza del Casello e di lato della chiesa appartenente al convento di Santa Maria delle Grazie.
Il palazzo sembra possa ricondursi, sulla base di alcuni elementi architettonici, al 1600 ed alcuni particolari ci fanno capire come esso abbia rappresentato un luogo di grande valore artistico e storico. Era completamente affrescato ed anche oggi sono visibili alcune delle tante opere d’arte che incantarono anche Francesco Giuseppe e Garibaldi. All’esterno la villa si presenta solenne e maestosa, con il portone d’ingresso ad arco ribassato ed è caratterizzata da sei finestre poste simmetricamente rispetto al portone d’accesso sopra il quale si trova un balconcino balaustrato con altrettante finestre abbellite da un timpano con un balconcino in ferro. L’ultimo piano, al quale la luce accede grazie a finestre quadrate più piccole, ha al centro lo stemma di famiglia.
La pianta della villa è quella tipica a pianta veneta con il salone centrale e le quattro stanze che si dispongono simmetricamente ai lati. La parte Nord del salone porta ad una doppia scala che conduce ai piani superiori mentre al centro una porta dà al cortile interno, semplice ma raccolto con le barchesse che racchiudono sia la zona dedicata alle stalle, sia le case della servitù. Un grande portone ad arco permetteva l’entrata e l’uscita di cavalli, carrozze o altri cariaggi di grandi dimensioni mentre un altro piccolo edificio, oggi utilizzato come rimessa, era probabilmente la cappella privata della villa con il soffitto in legno a cassettoni dipinti di azzurro a rappresentare il cielo.
L’interno della villa è affrescato e le opere più interessanti si trovano a pian terreno mentre al piano nobile si trovano fregi e stucchi. Anche l’ultimo piano racchiude affreschi di epoca più recente. All’ingresso ci accolgono alle pareti putti dipinti, animali mitologici e fantastici, elementi che richiamano l’antica Grecia mentre il soffitto è diviso in quattro sezioni con quattro muse avvolte da una velo che potrebbero rappresentare le virtù o le stagioni. Vari elementi in bugnato ed altri particolari fanno ricondurre parte delle opere tra il ‘600 ed il ‘700 anche se molti interventi sono successivi come è testimoniato da una firma non del tutto leggibile di una data molto probabilmente riferibile alla fine del 1700 o agli inizi del 1800. Anche le altre stanze a pian terreno risultano affrescate e grandi paesaggi seicenteschi/settecenteschi riempiono le pareti delle varie sale. Attraversato il salone, si accede ad una doppia rampa di scale che conduce al piano nobile. Due nicchie vedono dipinti due soldati ad altezza naturale. Il primo, sulla destra, con sullo scudo lo stemma dei Della Scala; il secondo, sulla sinistra, con un armatura seicentesca appoggiato alla propria spada. Oltrepassati i due armigeri, la scala si riunisce e denota la propria bellezza ed eleganza. Quattro putti di rara bellezza raffiguranti le quattro stagioni, ne fanno da completamento e conducono il visitatore al piano superiore. Anche qui troviamo due nicchie con due vasi dipinti mentre, sopra di esse, sono poste due immagini femminili all’interno di ovali e racchiuse da una finta cornice. Il piano nobile, con ancora pavimenti in cotto, non ha mantenuto, nel salone centrale, alcun affresco mentre due delle quattro sale laterali hanno dei bellissimi stucchi e fregi. Questo piano era utilizzato dalla famiglia Betti come la vera abitazione privata mentre il pian terreno era il luogo degli affari e dell’accoglienza degli ospiti. I fregi e gli stucchi furono commissionati da Giuseppe Betti agli inizi del 1800 e raffigurano animali da cortile ed uccelli da cacciagione come fagiani e pernici presenti nel salone di sinistra usato come sala da pranzo mentre la sala opposta ha negli stucchi degli elementi come vasi ed altri oggetti che possono far ricondurre ad una camera da letto. Anche l’ultimo piano e dipinto con motivi floreali. Infatti i soffitti richiamano elementi caratteristici della nostra campagna quali i fiori di colori variopinti ma non sgargianti. Un particolare contraddistingue una delle quattro stanze poste all’ultimo piano.

PALAZZO ROSSATO

IMG 3966 ridsoffitto dipinto a secco nel salone nobile di Palazzo Lombardi-RossatoProprio di fronte a villa Betti-Contro ora Palazzo, si trova un altro edificio di sicuro interesse per Sanguinetto. E’ palazzo Rossato ora importante esercizio commerciale. La villa ha una facciata imponente caratterizzata da una grande portone d’accesso un tempo aperto e che permetteva l’accesso alla villa con le carrozze. L’interno è completamente affrescato e se da un lato le opere riprodotte sono riconducibili al 1800, di sicuro vi erano elementi molto più antichi come un grande soffitto affrescato presente al piano nobile riconducibile al 1700 che riproduceva una scena di caccia.
La facciata anche in questo caso, riprende la tipica villa veneta con il pian terreno ed il piano nobile ed un’alta balaustra che corre attorno all’edificio poco sopra il granaio che è il terzo ed ultimo piano. Probabilmente in origine il portone d’ingresso permetteva l’accesso alla villa delle carrozze e sopra di esso si apre un balcone balaustrato sormontato da un timpano circolare. Dietro la villa che è attorniata da edifici rustici e dalle stalle dove trovavano ricovero cavalli e carrozze, si apriva un ampio parco oggi purtroppo di gran lunga ridimensionato. Sulla facciata, al centro, spicca uno stemma della famiglia Medici con l’effige che riproduce il leone e lo scudo riconducibile al 1600 mentre le finestre che sono ricoperte con lavorazioni in ferro battuto, riportano la data del 1844.
 IMG 3981 ridLa villa è ancora oggi molto bella ed elegante anche se notizie sugli antichi proprietari non ve ne sono. Molti sono i ricordi ad essa legati come quelli di una stanza chiamata “stanza del vescovo” o quello di antichi affreschi che abbellivano le altre stanze. Alcuni elementi sono comunque giunti fino a noi come una splendida scala in tufo con ringhiera in oro zecchino e la particolare disposizione delle stanze del piano nobile tutte collegate grazie ad un sistema molto particolare ed unico che vede ogni stanza provvista di due porte, una d’entrata ed una d’uscita. Un altro elemento curioso è rappresentato da uno dei muri interni che mostra chiaramente la presenza di un’antica torrina incassata nell’edificio. Gli affreschi giunti fino a noi sono caratterizzati da figure geometriche, da vasi di fiori o da altri vasi contenenti alcuni oggetti legati alle arti.
Bella la grande porta in ferro lavorato che si trova al temine della grande scalinata che conduce al piano nobile e belle le tante lavorazioni interne di quella che rappresenta un altro gioiello nel cuore di Sanguinetto.

Palazzo Taidelli-Morelato

taidelliNel cuore del distretto veronese del mobile, a Sanguinetto, sorge Palazzo Taidelli, elegante edificio ottocentesco, eletto nel 1993 da Morelato quale sede espositiva permanente della Collezione Casa. In questi spazi accuratamente restaurati con gusto innovativo da una giovane equipe di architetti, si offre al pubblico l’opportunità di avvicinarsi allo spirito che da sempre contraddistingue Morelato, ammirando l’evoluzione di uno stile che abbraccia oltre sei secoli di arte del mobile: dalle linee classiche Luigi XV e Luigi Filippo alle collezioni contemporanee Novecento e Zero, passando per le Direttorio e Biedermeier. A Palazzo Taidelli trova sede inoltre una galleria espositiva che accoglie eventi e mostre culturali: appuntamento fisso è la mostra 100 Progetti, esposizione annuale degli elaborati partecipanti al Concorso “Il Mobile Significante” indetto dalla Fondazione Aldo Morelato.