Tipici, inoltre, della Bassa Veronese sono invece altri insaccati, come le “stortine”, le “morette” , i rotoli di lardo “pistà”e i “ciccioli” sempre più difficile da trovare. La “stortina” è un salamino corto dalla forma leggermente ricurva dalla quale prende il nome. Le dimensioni compatte e la modesta quantità di carne imponevano di consumare la stortina veronese entro i due mesi successivi alla macellazione. Per questo motivo un tempo, e ancor oggi, per riuscire a conservare bene questo prodotto di piccole dimensioni lo si mette sotto lardo. Il segreto del suo sapore, caratteristico, corposo, è la scelta di carne di qualità e di pezzi pregiati del maiale: la bontà della stortina, infatti, non viene corretta e corrotta da nessun ingrediente (l’aglio lo fa solo leggermente) e proviene interamente dai tagli macinati ed insaccati. E’ una storia di famiglie, di tradizioni: la stortina veronese è stata prodotta (forse per secoli) da una fitta reti di nuclei familiari, che, un tempo, realizzavano il salame per uso proprio. Oggi questo tessuto sta scomparendo, e pochi professionisti macellano e insaccano a livello industriale la stortina. Questo ottimo prodotto artigianale che si insacca soprattutto a Cerea e a Nogara ha conquistato il presidio locale Slow Food con l’intento di recupera questa tipicità e riproporla sulle tavole dei consumatori. Oggi in onore di questa prelibatezza esiste anche un palio.